Gheddafi mi deve 1 mln di dollari

di Roberta Romano

Del 19 febbraio 2010 da Il Denaro

Parla Leone Massa, ex presidente dell'associazione per i rapporti italolibici Leone Massa, 77 anni, ex titolare di un'impresa impianti elevatori, sposato da 54 anni con tre figli: Stefano e Sergio (proprietari di Villa Massa l'azienda produttrice dell'omonimo Liquore di Limoni di Sorrento), e Sandra, insegnante di lingue. Ex presidente dell'Airil, l'associazione italiana per i rapporti italo –libici, da trent'anni aspetta il risarcimento dello Stato italiano per i crediti investiti in Libia ma bloccati
per danni di guerra. Dal 2000 porta avanti la battaglia di 21 aziende italiane creditrici per oltre 650 milioni di euro. Più che con Gheddafi, Massa ce l'ha con il Governo e la diplomazia italiani, che non hanno saputo fare sulla Libia le necessarie pressioni, per onorare i crediti delle aziende italiane "Forse –dice- per paura di compromettere i rapporti commerciali tra i due Paesi."

ROBERTA ROMANO
num. 034 - pag. 03

I rapporti fra l'Italia e la neonata monarchia libica vennero regolati nell'ottobre 1956 con un trattato bilaterale. Con il colpo di Stato del primo settembre 1969, e l'ascesa di Gheddafi al potere le cose cambiarono, in che modo?
Nei primi anni 70 decisi di iniziare ad esportare in Libia, dove ho lavorato bene fino al 1982 , quando mi furono sequestrate le strutture da un giorno all'altro. Gheddafi, dopo pochi mesi al potere iniziò ad adottare misure sempre più restrittive nei confronti degli italiani, per restituire al popolo libico "le ricchezze usurpate dagli oppressori". Cosa accade agli altri imprenditori? 
Gli italiani furono privati dei loro beni, e molti imprenditori furono arrestati con le accuse più svariate. Ricordo un imprenditore di Figline Valdarno, i libici gli presero tutto e lo misero in carcere tre anni e mezzo con l'accusa di concussione. Tornato in Italia, poco dopo si tolse la vita, ma prima mi scrisse un lettera dicendomi di comprare la Nazione dove avrei letto la notizia del suo tragico gesto. Quattrocento 
novantanove, è il titolo di un libro e sono anche i giorni in cui un imprenditore veneziano è rimasto in galera in Libia E poi c'è la storia di Edoardo Seliciato,lavorava a Tobruk quando fu arrestato e accusato di attentare alla vita di Gheddafi. Sua moglie si incatenò davanti alla Farnesina e alla fine il governo italiano riuscì a farlo tornare ma in cambio concedemmo la libertà a tre libici. Un'esperienza drammatica dalla quale non si è mai ripreso... A distanza di tutti questi anni, è riuscito ad ottenere il giusto risarcimento?
Ho portato la mia causa anche nei tribunali libici e la Corte Suprema mi ha dato ragione, mi hanno riconosciuto crediti per 407 mila dollari anche se in realtà me ne spetterebbero 951 mila, ma non ho ancora avuto nulla. Cosa impedisce di risolvere la questione? 
La Libia aveva preso l'impegno con il Governo italiano di chiudere definitivamente la situazione entro il 31 marzo del 2003. Le autorità italiane, inoltre, in attesa di ottenere il pagamento dai libici, si sono anche rifiutate di dare alle banche garanzie
che avrebbero consentito agli istituti di credito di anticipare parte di quanto dobbiamo avere. Io non condanno Gheddafi, la colpa è della politica seguita negli anni da tutti i governi italiani che non ha saputo far valere i nostri diritti, forse per
paura di compromettere i rapporti commerciali tra i due Paesi. Ma non è solo una battaglia economica.
Che cosa intende dire? 
Anni di sofferenze e di tentativi non riusciti per ottenere un accordo e questo solo per difendere un nostro diritto, previsto dalla Costituzione. Infatti, l'articolo 35 ultimo comma, sancisce la tutela del lavoro italiano all'estero. Gheddafi è stato 
probabilmente più bravo a difendere gli interessi dei suoi cittadini, in Italia non è stato lo stesso. La Svizzera, e faccio riferimento alle vicende degli ultimi giorni, sta dimostrando di avere una grande dignità nazionale a differenza nostra.
Che cosa consiglierebbe agli imprenditori che vogliono investire in Libia? Solo in Italia si parla di opportunità di investimento in Libia, ma qual è il rischio Paese? Non esisteranno delle possibilità reali per gli imprenditori in Libia fin quando
non ci saranno degli accordi bilaterali seri tra i due paesi. Ricordo che nel 2001 Berlusconi annunciò che una delle priorità era la riforma del Ministero degli Esteri e delle nostre organizzazioni all'estero. A mio avviso, la nostra diplomazia, continua
ad essere vecchia e inefficiente.

 

 

 

 

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