Gli italiani di Libia tornano a casa

Del 17 novembre 2004 da La Stampa

Ci siamo. Dopo 34 annidi <<esilio>> forzato, una delegazione di italiani nati in Libia arriva oggi a Tripoli, per una visita, ufficiale. Per loro non sarà solo un viaggio nella memoria in quella che hanno sempre considerato la loro <<seconda Patria>>, in un passato interrotto bruscamente nel luglio del 1970, quando la Libia del colonnello Gheddafi decise di cacciare ventimila italiani: <<La condanna all'esilio dalla terra delle origini è stata una ferita aperta per lunghi anni, perchè ci ha espropriato la nostra dignità, perchè, accettata passivamente per oltre trent' anni dai governi italiani, ci ha bollato come il capro espiatorio della situazione. Con la restituzione della nostra dignità -spiega Giovanna Ortu, capodelegazione, presidente dell'Airl, l'Associazione degli italiani rimpatriati dalla Libia -, ritroviamo appieno anche la nostra identità, torniamo ad essere cittadini italiani con pari diritti, che non debbono nascondere ma possono vantare con orgoglio le loro origini>>.Con Giovanna Ortu sul volo di linea della Libya Airlines, questa mattina ci saranno Giovanni Consolandi, Raffaele Antonio lannotti, Mario Puccinelli, Luigi e Ornella Sillano, Giovanni Spinelli. Saranno i primi italiani nati o vissuti in Libia che potranno visitare il “loro” (secondo) paese. E' una delegazione scelta <<tenendo d'occhio le date di nascita e l'attività professionale>>. C'è anche (forse) l'ultima italiana nata a Tripoli, Ornella Sillano, che oggi ha 34 anni e lasciò la Libia che aveva pochi giorni. Rimasero tutti <<senza fiato>> il 7 ottobre scorso, quando il leader Muammer Gheddafi e il presidente Silvio Berlusconi an­nunciarono <<che il giorno della vendetta>>, l'anniversario del 7 ottobre nel quale i libici celebravano la cacciata degli italiani, veniva cancellato e sostitutito dal <<giorno della amicizia>>.

La delegazione italiana avrà diversi incontri politici in Libia, probabilmente anche con il premier e il ministro degli Esteri, ma non è esclusa, rivela Giovanni Ortu, <<una sorpresa>>: l'incontro con Muammer Gheddafi. Proprio il leader libico, nel suo messaggio al congresso dell'Airl, che si è tenuto il mese scorso, aveva sottolineato: <<Quanto patito dal popolo libico, in termini di uccisioni, deportazioni non è stato per colpa vostra: si trattò di responsabilità dei governi coloniali e delle loro politiche espansionistiche>>. I sette rimpatriati probabilmente visiteranno anche il cimitero (abbandonato) dove sono seppelliti ottomila connazionali. <<Sono emozionata - sussurra Giovanna Ortu - e lo sono ancora di più pensando a tutti quelli che non saranno con noi in questi giorni, ma che presto potranno tornare in Libia. Ma penso anche ai tanti, come la mia migliore amica, che non vogliono riaprire la pagina della loro storia, non vogliono parlare di Tripoli e della Libia. Come se non avessero elaborato il lutto>>.Il viaggio tanto atteso - <<si è conclusa la nostra traversata del deserto>> - da oggi finalmente non è più un sogno ma una realtà: <<Grazie al presidente Berlusconi per la sua perseveranza - afferma Giovanna Ortu - e grazie al leader Gheddafi, che ha avuto il coraggio di voler fare pace, di voler guardare al futuro>>. <<Nessun rancore per il passato>>, assicura la delegazione dell'Airl, alla vigilia della partenza. <<Noi andiamo in Libia come turisti un pò speciali -dicono -, Gheddafi si augura che noi diventiamo un anello di congiunzione tra i due popoli e i due Stati>>. I conti con il passato vanno chiusi, semmai, in Italia, sostiene l'Airl: <<Ci aspettiamo che il governo onori i suoi impegni. Chiediamo quanto ci è dovuto: gli indennizzi. Il viceministro Baldassari ha promesso che in questa Finanziaria sarà approvato un emendamento che stanzia i primi 50 milioni di euro>>.

 

 

 

 

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