"A Tripoli ufficiali di collegamento italiani"

di Fiorenza Sarzanini

Del 29 giugno 2003 da Corriere della Sera

PORTO ROTONDO (Sassari) - Politica dei piccoli passi per chiudere un accordo con la Libia e ottenere collaborazione nella lotta contro l'immigrazione clandestina. In Sardegna per un vertice bilaterale con il collega francese Nicolas Sarkozy, il ministro dell'Interno Pisanu frena gli entusiasmi e dichiara: "Mercoledì volerò a Tripoli per discutere l'intesa necessaria a bloccare le partenze da quel Paese. E' il primo in-. contro, poi bisognerà procedere con cautela".
Gli ostacoli non mancano. C'è l'embargo che impedisce all'Italia di concedere i mezzi richiesti. Ma c'è anche l'irritazione delle autorità libiche che non hanno gradito l'annuncio J dell'invio di forze di polizia nel" loro Paese fatto in Parlamento dal presidente Berlusconi e poi "corretto". Non a caso il titolare del Viminale scandisce: "La collaborazione tra polizie esiste già, ma nel rispetto rigoroso della sovranità nazionale di quello Stato e si continuerà su questa strada. I programmi futuri saranno commisurati all'embargo, anche se l'Italia si batterà in sede comunitaria per superare 11 problema delle sanzioni". La diplomazia è al lavoro, le nazioni più esposte scendono in campo. Sarkozy si schiera e assicura che la Francia "appoggia con piena fiducia l'operato! dell'Italia e la "missione" di Pisanu". Da parte sua il presidente della commissione europea Romano Prodi, "fortemente preoccupato per le dimensioni che il racket dei clandestini sta assumendo nell'area nordafricana", parla personalmente con il colonnello Muhammar Gheddafi. "Una soluzione stabile al problema dell'immigrazione - dichiara - può essere trovata solo con accordi da definire in ambito europeo, la cui costruzione può apparire più lenta, ma la cui efficacia è indiscutibilmente più forte". Pisanu non fornisce dettagli sull'accordo tecnico che i suoi esperti avevano preparato e che adesso deve essere rinegoziato. Sa perfettamente che qualsiasi fuga in avanti potrebbe bloccare una trattativa già tanto delicata. Parla genericamente di "sorveglianza congiunta delle frontiere". E sembra di capire che il modello che si intende seguire è quello già adottato con l'Egitto. Funzionari di polizia italiani andranno in Libia e organizzeranno un ufficio di "collegamento" per portare a termine operazioni comuni. Aiuteranno le autorità di quel Paese a fronteggiare la marea umana che si sta ammassando sulla costa. E se non riusciranno ad impedire le partenze delle "carrette" del mare, faranno scattare l'allerta, in modo che i nostri mezzi navali possano bloccare i clandestini in acque internazionali e tentare di respingerli.
Un'attività di prevenzione dovrebbe concentrarsi anche all'interno, con controlli in quelle aree desertiche che migliaia di disperati attraversano prima di raggiungere le spiagge. Durante il vertice si discute di frontiere terrestri, si decide di tenere aperto 24 ore su 24 il commissariato di Ventimiglia e di potenziare quello di Modane. Ci si accorda sulla necessità di inserire i dati biometrici sul visti concessi ai cittadini ex-tracomunitari che entrano in area Schengen e di limitare la durata dei permessi a tré mesi.
Ieri la Margherita ha accusato il governo di aver firmato un decreto che "trasforma i centri di accoglienza in centri di trattenimento". "Ciò significa - dichiara Giuseppe Fioroni - che anche chi chiede l'asilo politico sarà segregato in questa sorta di lager". "In materia di asilo - risponde indirettamente Pisanu - non abbiamo varato alcuna legge perché attendiamo le direttive comunitarie".
Poi si affronta l'emergenza terrorismo. L'obiettivo è sempre lo stesso: siglare trattati bilaterali in modo da ottenere la cooperazione degli Stati più a rischio. "Bisogna intensificare le relazioni con Algeria, Marocco, Tunisia e Spagna", spiega Sarkozy. In serata, i due ministri si trasferiscono a Villa Certosa, la residenza del premier Berlusconi. Durante la cena si continua a parlare di immigrazione e della Imminente presidenza italiana del semestre. La messa a punto dei dettagli sulla "missione" di Pisanu in Libia viene rinviata a questa mattina, quando 11 titolare del Viminale incontrerà nuovamente il presidente del Consiglio qui a Porto Rotondo.

 

 

 

 

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