Pisanu: in Libia per un piano anti-sbarchi.
Nuova missione europea a Tripoli sull'embargo.
Ciampi: l'immigrazione è una risorsa da regolare.

di Maurizio Caprara

Del 26 giugno 2003 da Corriere della Sera

ROMA - II ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, ieri alla Camera, non si è limitato a sgretolare con cifre alla mano il luogo comune dell'Italia assediata dagli immigrati. Anche nel descrivere il flusso di clandestini che per sua ammissione ha avuto di recente un "forte incremento", quello diretto dall'Africa alla Sicilia, l'ex democristiano diventato quasi un anno fa titolare del Viminale ha evitato un approccio allarmista. Con parole diplomatiche e allo stesso tempo prive di cinismo verso la sorte dei disgraziati in cerca di fortuna, Pisanu ha sostenuto che l'aumento m questione "dipende dalla particolare situazione della Libia, un Paese amico, sulle cui frontiere premono migliaia e migliaia di disperati provenienti da ogni parte del continente africano e di quello asiatico". Come a dire che lo Stato di Muhammar el Gheddafi non andrebbe scambiato per un sabotatore, perché si trova ad affrontare una condizione di terra di transito verso altre mete analoghe alla nostra, di noi che assistiamo al passaggio in altri Paesi sviluppati del 75% di quanti entrano di nascosto in Italia. "Sappiamo che molti cadono stremati prima ancora di raggiungere il confine desertico", ha sottolineato il ministro parlando degli stranieri che vedono nel Sahara libico una tappa nel viaggio per una vita con meno stenti. "Forse, come ha detto un autorevole dirigente nordafricano, ne uccide più il deserto del Mediterraneo", ha aggiunto. Anche se il riferimento al dirigente non era a Gheddafi, è in vista del viaggio a Tripoli che Pisanu ha scelto di esprimersi in termini così comprensivi nei confronti della Jamahiria. Il ministro ha confermato che ci andrà "nei prossimi giorni", ed è probabile che la missione, volta a sbloccare l'approvazione di un accordo già scritto sulla lotta all'immigrazione illegale sia la settimana prossima. La diplomazia libica adesso è concentrata sulla preparazione di un vertice africano in Mozambico. Ma un rappresentante del ministero degli Esteri, Hassuna al Shaush, si è premurato di fornire in pubblico un'interpretazione tesa a contrastare le resistenze alla richiesta italiana di una deroga nell'embargo europeo che vieta di fornire alla Jamahiria mezzi per la sorveglianza dei clandestini suscettibili di usi anche bellici. "Vogliamo equipaggiamenti, strumenti di controllo, guardiacoste, che non sono affatto armi", ha dichiarato. Non basteranno poche parole a far rientrare le obiezioni della Germania e di altri nell'Unione europea, e in attesa della soluzione del negoziato sull'embargo Pisanu ha confermato, come scriveva ieri il Corriere, di aver "concordato con la Libia iniziative concrete per il controllo congiunto delle frontiere terrestri, il contrasto in mare e una comune attività investigativa". A creare "le condizioni per una positiva conclusione", ha spiegato il ministro, è stata l'intensa attività diplomatici condotta di persona da Berlusconi". Nel rispondere al Tg2, ieri, Ciampi ha osservato che i contrasti tra partiti in Italia "sono comunque polemiche che riflettono il desiderio di regolare l'immigrazione, perchè certamente anche nelle province del Nord la manodopera d'immigrazione è utile per il progresso delle aziende". Che lo sia, Pisanu lo aveva messo in evidenza ricordando che per il 2003 gli imprenditori stimavano in 200 mila persone il "fabbisogno" di ulteriori stranieri. "I dati dimostrano come il numero di immigrati regolari nel nostro Paese sia di gran lunga inferiore a quello dei principali Stati europei", ha fatto presente il ministro. Da noi e in Spagna sono il 3,8% della popolazione, a fronte del 6% in Francia, del 7,l'% in Gran Bretagna, dell'8,9% in Germania. Morale: "Senza gli immigrati stagionali non raccoglieremmo le mele in Trentino, ma neppure i pomodori in Campania e avremmo difficoltà a far vendemmia".

 

 

 

Galleria Immagini
Decennale AIRIL

Contatti

Sede Legale

Via Sistina, 121 - 00187 - Roma
(c/o DayOffice)

tel: 06-47818521 - fax: 06-47818444
email: presidenza@airil.it