La Libia calpesta l’accordo con l’Italia

Del 9 aprile 2003 da L' Opinone

Il 28 ottobre 2002 il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha siglato a Tripoli con il Segretario Generale del Popolo della Jamahiriah Libica (Primo Ministro Shamek), ed alla presenza del Colonnello Muahhamar Gheddafi, l’accordo italo-libico: riguardante i crediti che da anni vantano le imprese italiane.

Le due delegazioni avevano deciso d’incaricare la società mista Italo-Libica di elaborare una relazione da presentare, entro lo scorso novembre 2002, al “Comitato Misto” competente in materia. La società mista Italo-Libica avrebbe dovuto predisporre la relazione, in collaborazione con la Banca Arabo-Italiana (Ubae): per il calcolo dei tassi d’interesse, di cambio e tutte le altre questioni finanziarie (derivanti da contratti di lavoro e forniture stipulati tra le imprese dei due Paesi). In base a queste relazioni, il comitato doveva inoltrare, entro lo scorso 15 dicembre, le valutazioni alle autorità italiane e libiche: al fine di consentire il pagamento delle somme dovute alle nostre aziende dalla Jamahiriah entro il 31 marzo 2003.

Ma è giunta nuova che, il 18 marzo scorso, la parte libica s’è rifiutata d’adempiere all’accordio firmato il 28 ottobre da Berlusconi in persona. E’ lecito chiedere al Presidente del Consiglio, che ha visto calpestare quanto da lui firmato, cosa intenda fare per tutelare sia la propria dignità che quella dell’impresa italiana.

 

 

 

 

 

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