Strage di Ustica, Gheddafi attacca gli Usa

di Amedeo Faldini

Del 3 settembre 2003 da Roma

Tripoli. Muhammar Gheddafi ritorna a parlare di Ustica. Il leader libico, approfittando del 34esimo anniversario della rivoluzione in Libia, ha tirato in ballo la strage del Dc9 per accusare gli Usa. "Il Dc9 caduto a Ustica nel 1980 fu colpito da aerei militari americani perché gli Usa credevano che io fossi su quell'aereo". Un presa di posizione serie che, però, si rifà a ciò che Gheddafi va dicendo da tempo. In molti, però, si sono chiesti come un leader di uno Stato possa prendere salire su un volo di linea che da Bologna va a Palermo. Sta di fatto che Gheddafi ha rimosso nuovamente quella ferita facendo ritornare in mente la morte di 81 persone tra cui 13 bambini. Il leader libico ha voluto chiarire che Washington avrebbe deciso di considerare nemica la Libia dall'inizio del regime di Gheddafi, perché quest'ultimo aveva espulso le loro basi militari, facendo perdere loro una posizione strategica nel Mediterraneo. Da allora si sono susseguite le accuse di terrorismo, di costruire armi di distruzione di massa e tante altre, come le responsabilità per l'attentato alla discoteca "La Belle" di Berlino (dicembre '85) e per quella nei cieli di Lockerbie (dicembre '88), dei quali "le inchieste non hanno mai identificato i veri responsabili e noi non abbiamo mai saputo chi sono". Ma la Libia ha pagato gli indennizzi tanto per le 270 vittime di Lockerbie quanto per le 170 dell'esplosione del Dc10 Uta nei cieli del Niger (settembre '89) "perché era necessario voltare pagina nei rapporti internazionali e perché dobbiamo cancellare il passato e andare avanti verso un futuro di pace, di sviluppo, un futuro migliore per tutta l'umanità". Ad una platea di centinaia e centinaia di funzionari dello Stato, dirigenti e rappresentanti dei congressi e comitati popolari la complessa struttura della democrazia della Libia "dove non sono io al potere da 34 anni, ma il popolo libico", ha sottolineato Gheddafi. Ma soprattutto, si parla dei rapporti con gli Stati Uniti ("con la rivoluzione americana abbiamo in comune molto più di quanto ci divida"), a quelli con l'Europa e l'Italia ("l'Italia di una volta si è macchiata di colpe coloniali, che oggi ha riconosciuto ed i rapporti adesso sono ottimi"), a quelli con il mondo arabo ("La Lega Araba non ha più senso e va sostituita con una Unione Araba"), a modello della recente Unione Africana per cui sì Gheddafi si è battuto. Il discorso di Muhammar Gheddafi sarà probabilmente oggetto di valutazione da parte della Procura di Roma, anche se finora il pool di magistrati che si occupa del caso Ustica ha solo preso in visione gli articoli di stampa in cui vengono riportate le dichiarazioni del leader. Tuttavia, prima di qualsiasi atto, la Procura intende aspettare per capire quale sia il reale contenuto del discorso di Gheddafi e in seguito, se le norme internazionali lo prevedono, eventualmente acquisire il testo del discorso nella parte in cui Gheddafi sostiene che il Dc9 Italia che cadde a Ustica fu abbattuto da aerei Usa perché gli americani pensavano che a bordo ci fossi lui. Per quanto riguarda eventuali atti giudiziari della Procura bisogna tenere conto, è stato spiegato in ambienti giudiziari, che l'attuale processo in corso sul caso Ustica riguarda l'imputazione di alto tradimento (gli imputati sono quattro generali dell'Aeronautica) e che quindi non ha attinenza con il reato di strage. E che il fascicolo processuale, contro ignoti, aperto per strage fu archiviato agli inizi degli anni '90 dal giudice istruttore Rosario Priore. Tuttavia non è detto che la Corte d'Assise o anche la Procura, dopo avere avuto informazioni più dettagliate sul discorso di Gheddafi, non decidano di procedere inserendo le dichiarazioni in uno dei contesti giudiziari tuttora aperti, anche se almeno per il momento sembra piuttosto inverosimile che il leader libico venga invitato dai pm o dai giudici della terza Corte d'Assise di Roma a presentarsi come testimone sul caso Ustica.

 

 

 

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