Ustica: Gheddafi, USA pensavano io fossi a bordo aereo

Del 1 settembre 2003 da ANSA

TRIPOLI, 1 SET - Il Dc9 Itavia che cadde a Ustica fu abbattuto da aerei Usa, perche' gli americani credevano che a bordo ci fosse il leader libico, Muammar Gheddafi, che volevano eliminare. E' l'interpretazione che lo stesso Gheddafi ha dato ieri sera dell'incidente aereo piu' misterioso della storia d'Italia, durante un lungo discorso al paese, durato due ore e mezzo, in occasione del 34/o anniversario della Rivoluzione Libica. Ad una platea di centinaia e centinaia di funzionari dello Stato, dirigenti e rappresentanti dei congressi e comitati popolari - la complessa struttura della ''democrazia'' della Libia, ''dove non sono io al potere da 34 anni, ma il popolo libico'', ha sottolineato - Gheddafi ha parlato dei problemi piu' scottanti del suo paese. Dai rapporti con gli Stati Uniti (''con la rivoluzione americana abbiamo in comune molto piu' di quanto ci divida''), a quelli con l'Europa e l'Italia (''l'Italia di una volta si e' macchiata di colpe coloniali, che oggi ha riconosciuto ed i rapporti adesso sono ottimi''), a quelli con il mondo arabo (''la Lega Araba non ha piu' senso e va sostituita con una Unione Araba'', a modello della recente Unione Africana per cui si e' battuto).

Ma gran parte delle due ore e mezzo del discorso - trasmesso in diretta alla tv libica, con frequenti interruzioni dell' audio - e' stata dedicata, oltre che alla proposta ormai gia' vecchia di un anno, di fondare uno stato unico che comprenda israeliani e palestinesi (''Isratine''), alla ricostruzione della storia delle ostilita' con gli Stati Uniti. Washington avrebbe deciso di considerare nemica la Libia dall'inizio del regime di Gheddafi, ''perche' abbiamo espulso le loro basi militari, facendo perdere loro una posizione strategica nel Mediterraneo''.

Da allora si sono susseguite le accuse di terrorismo (''anche se noi come loro siamo contro i terroristi''), di costruire armi di distruzione di massa (''ma noi vogliamo liberare l'area dalle armi di distruzione di massa'') e tante altre, come le responsabilita' per l'attentato alla discoteca ''La Belle'' di Berlino (dicembre '85) e per quello nei cieli di Lockerbie (dicembre '88), dei quali ''le inchieste non hanno mai identificato i veri responsabili e noi non abbiamo mai saputo chi sono''.

Ma la Libia ha pagato gli indennizzi tanto per le 270 vittime di Lockerbie quanto per le 170 dell'esplosione del Dc10 Uta nei cieli del Niger (settembre '89) ''perche' era necessario voltare pagina nei rapporti internazionali e perche' dobbiamo cancellare il passato e andare avanti verso un futuro di pace, di sviluppo, un futuro migliore per tutta l'umanita'''. Ed e' per questo che, accogliendo l'invito rivoltogli dal presidente francese, Jacques Chirac in una nuova telefonata, ''anche se i francesi non avevano alcun diritto di chiedere aumenti degli indennizzi gia' fissati, abbiamo raggiunto un accordo che soddisfera' anche le famiglie delle vittime francesi del Dc 10 UTA. Ed infatti nel cuore della notte, la Fondazione Gheddafi, che aveva ricevuto rappresentanti di quelle famiglie, ha diffuso il comunicato che conferma il raggiungimento dell'accordo. Qualche osservatore iracheno a Tripoli sussurra che questo nuovo volto conciliante di Gheddafi verso gli Stati Uniti e la Francia serva in realta' a dissipare qualsiasi pretesto per eventuali azioni militari contro la Libia a modello di quella contro Baghdad.

 

 

 

 

 

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