Berlusconi a Gheddafi: una pietra sul passato

dall' inviato a Tripoli Renato Pera

Del 29 ottobre 2002 da Il Giornale

"Sono venuto per mettere una pietra sopra il passato" annuncia Silvio Berlusconi, arrivando a Tripoli per una visita organizzata dalle due diplomazie a tempo di record. E per decidere le dimensioni di questa pietra, ossia il quanto e il come degli aiuti che l'Italia è disposta a concedere alla Giamahiria, ha due incontri en plein air con Muhammar Gheddafi. Incontri più che soddisfacenti, il cui esito si conoscerà tra un paio di mesi: ma dovrebbe essere un esito positivo anche perché, assicura il nostro premier, "ho visto il colonnello particolarmente desideroso di un ravvicinamento all'Italia". Ed in ogni caso, aggiunge, il contenzioso va chiuso soprattutto in vista del nostro fabbisogno energetico "che ci viene assicurato per il 25%, e presto per il 30%, dalla Libia". Il primo dei due incontri ha inizio poco prima delle undici, quando la Mercedes nera con a bordo Berlusconi entra nel parco di Bab Al Azizia, la residenza-caserma colpita nell'aprile 1986 dal bombardamento americano. Gheddafi, avvolto in un barracano marrone e con il capo coperto da una "taglija" rossa, accoglie calorosamente l'ospite e lo fa entrare sotto la tenda. Il colonnello regala all'ospite un moschetto. Venti minuti dopo i due leader escono per una passeggiata nel parco, dove scorrazzano pigramente i dromedari, fermandosi accanto a un'enorme palma sotto la quale sono state sistemate alcune poltrone. Ed è qui che si svolge per circa un'ora e mezza il primo e più importante dei due colloqui, riservato ai rapporti tra i due Paesi. Il contenuto di questo colloquio è lo stesso Berlusconi a sintetizzarlo, al termine di un pranzo con il primo ministro Mbark Shamak. "Abbiamo naturalmente evocato il dramma della Libia, dei colpi infertile dal colonialismo - spiega il nostro premier - delle sofferenze dei mutilati: ferite che un popolo non dimentica facilmente. Erano intervenute decisioni del governo libico che avevano portato alla sospensione dei contatti tra i nostri due Paesi: ed io sono venuto qui proprio per rimediare a questa situazione". Un rimedio che troverà diverse forme di applicazione, dalla collaborazione in campo culturale-scientifico alla regolarizzazione dei crediti vantati dalle imprese italiane, dalla bonifica dei campi minati alla firma di un trattato di amicizia. Intanto un accordo è stato già firmato. L'Italia concederà un credito di 60 milioni di euro per la costruzione di un autostrada che attraverserà la Libia da nord a sud. Prima dell'annuncio di questa intesa, Berlusconi aveva detto che le trattative si stavano svolgendo nella "massima cordialità, perché c'è la volontà comune dei due governi di guardare al futuro e di sanare un passato che ci ha visto contrapposti". in discussione resta la progettazione a bendasi di un centro medico tecnologicamente avanzatissimo. Una decisione sarà presa tra due mesi e, lascia capire il Cavaliere, da parte nostra non dovrebbero esserci impuntature pregiudiziali "perché vorrei ricordarvi che il 25% del nostro petrolio viene dalla Libia ed è in cantiere un gasdotto che comincerà a funzionare dal 2004 e che dovrebbe portarci a casa addirittura un 30% della nostra riserva di gas. Il leader - aggiunge - ascolta molto, è gentile e appassionato. Uno come lui da 33 anni alla guida del suo Paese è un professionista super, gliel'ho detto, io al paragone sono un vero dilettante". Il secondo incorno tra Gheddafi e Berlusconi si è svolto sempre nel parco ma davanti ad una tavola imbandita per una cena araba. Si è parlato di Cecenia, di Iraq, di possibile collaborazione nella lotta all'immigrazione clandestina ed alla criminalità organizzata. L'ospite italiano ha assicurato che nelle prossime settimane dovremmo restituire alla Libia la venere di Cirene, il padrone di casa si è impegnato a concedere visti ai nostri connazionali cacciati 32 anni fa. Un bel passo avanti sulla strada della normalizzazione dei rapporti.

 

 

 

 

Galleria Immagini
Decennale AIRIL

Contatti

Sede Legale

Via Sistina, 121 - 00187 - Roma
(c/o DayOffice)

tel: 06-47818521 - fax: 06-47818444
email: presidenza@airil.it