La domanda che gli avrei fatto

di Leone Massa 

Del 16 giugno 2009 da L' Opinione

Nell’incontro tra gli imprenditori e Gheddafi in Confindustria, avvenuto lo scorso 12 giugno, sarei voluto intervenire quando la Presidente Emma Marcegaglia ha invitato i presenti che volevano porre domande al leader libico, a favorire al microfono (un po’ quello che è successo all’università La Sapienza con gli studenti). Me ne sono astenuto perché sapevo che non sarebbe stato gradito dagli organizzatori (a La Sapienza, invece, è stato tolto il microfono a chi ha fatto una domanda sgradita). Non posso non informare il quotidiano che mi ha sempre ospitato nelle mie battaglie in difesa delle imprese creditrici della Libia sul contenuto del mio intervento. Infatti dopo un benvenuto in arabo mi sarei scusato, sempre in arabo, di non conoscere perfettamente la lingua ed avrei pregato l’interprete Signor Shebani di tradurre queste mie parole: “fratello leader, in questi 40 anni hai dimostrato di difendere con ogni mezzo gli interessi ed i diritti del popolo libico. Poiché un regio decreto del 1919 convertito in legge nel 1924 riconosce ai libici gli stessi diritti dei cittadini italiani, legge mai abrogata, Ti invito a partecipare alle prossime elezioni per la Presidenza della Repubblica Italiana in quanto sono sicuro che difenderesti con altrettanta determinazione i diritti dei cittadini italiani e non temo il conflitto di interessi giusto quanto è scritto da Te nel Libro Verde. Grazie”. Sarebbe stata un’occasione per sollecitare indirettamente chi ha la responsabilità nel nostro Paese a fare il proprio dovere verso i propri cittadini.

 

 

 

 

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