Accordo Italia-Libia, i vantaggi per le imprese

Del 19 settembre 2008 da Il Messaggero

Eliminazione delle limitazioni e degli oneri specifici per le aziende italiane che vogliono costituire una realtà in Libia. E' uno dei punti del Trattato di amicizia firmato a Bengasi dal premier Silvio Berlusconi e dal Colonnello Gheddafi. Tra gli altri punti l'abolizione della Ali, l'Azienda libico italiana istituita nel 1998 che aveva il ruolo di assicurare commesse alle aziende italiane in cambio di tasse di iscrizione e fees, ma che in realtà non ha mai funzionato, accordi negoziali in corso relativi ai crediti che le aziende italiane vantano nei confronti del governo libico e che hanno un valore intorno a 650 milioni. Il Trattato, che non ha valenza di legge finché non sarà ratificato dal parlamento, regolarizza i rapporti tra i due paesi offrendo una serie di nuove opportunità per le aziende italiane che hanno interessi e attività in Libia.

Imprese e sviluppo economico. Il secondo capitolo è quello più importante in tema di imprese e sviluppo economico. L'articolo 8 stabilisce il pagamento da parte del governo italiano di 5 miliardi di dollari in rate da 250 milioni per vent'anni mentre l'articolo nove tra le altre cose sancisce che la Libia «si impegna ad eliminare tutte quelle procedure regolamentari che ostacolano e limitano le aziende italiane». Ciò secondo l'avvocato Paolo Greco, da oltre sette anni a Tripoli e socio dal 2007 dello studio legale Petrucci & Associati, significa l'abrogazione della legge 70 del 1980 che impone forti limitazioni e oneri per le società italiane che intendono aprire entità legali in Libia. Ad esempio l'ottenimento dell'autorizzazione dall'ufficio del primo ministro libico, fattore che ovviamente dipende fortemente dai singoli fatti ed eventi politici. Per le compagnie che lavorano in Libia si tratta quindi di una svolta storica che riguarda non solo le grandi aziende come Eni, Impregilo, Iveco, Agip, Telecom, Italcementi, ecc ma anche le società di più piccole dimensioni con capacità e potere negoziale inferiore. 

Crediti delle aziende. Altro punto importante (articolo 13) riguarda i crediti che le aziende italiane vantano nei confronti del governo libico. L'accordo dice infatti che «le parti (Italia e Libia) si sono scambiate dei messaggi per trovare una soluzione». Per concludere il negoziato, spiega però Greco, il governo deve avere le deleghe di ogni azienda italiana intenzionata ad aderire ai termini dell'accordo raggiunto e già nei giorni scorsi (dopo la firma dell'intesa) dovrebbero essere partite le comunicazioni alle compagnie coinvolte. L'offerta proposta, sottolinea l'esperto, riguarda il pagamento da parte della Libia del 100% dei crediti di classe A (come sono stati definiti dal tavolo congiunto del 2003), ovvero quelli riconosciuti dal governo libico, e del 25% totale di B e C. I crediti dovrebbe ammontare complessivamente a 650 milioni di cui un'ottantina di classe A. 

La scomparsa della Ali èsancita dall'articolo 12. L'Azienda libico Italiana era stata creata nel 1998 a seguito del protocollo di intesa raggiunta tra governo italiano e libico. La società avrebbe dovuto favorire le commesse alle aziende italiane in cambio di fees intorno all'1-2% delle commesse e una tassa di iscrizione di 5 mila euro l'anno. In realtà, sottolinea Greco, tale sistema non ha mai funzionato traducendosi per le società italiane solo in un onere e in un conseguente ricarico sul prezzo dei prodotti. Dopo lo scioglimento della Ali, i fondi raccolti verranno così utilizzati per togliere le mine. Accordi di «non aggressione». Per quanto riguarda il tema della difesa, l'articolo 20 dice che le due parti si impegnano a facilitare partecipazioni industriali più o meno rilevanti nel campo della difesa e dell'industria militare ciò significa in particolare cooperazione nella lotta all'immigrazione clandestina. In relazione ad altri temi, il Trattato di amicizia stabilisce l'assegnazione di mille posti nelle università italiane per studenti libici e il visto garantito ai cittadini italiani precedentemente espulsi dalla Libia. È inoltre previsto (articolo 14) un meeting annuale per i partecipanti al commettee.

 

 

 

 

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