Libia: visti, via libera agli italiani per la Fiera di Tripoli

di Carlo Rebecchi

Del 30 marzo 2007 da Il Velino Diplomatico

Roma - Né boicottaggio né forma di pressione sull'Italia. Il "giallo" dei visti libici ai componenti della delegazione ufficiale italiana che parteciperà il 2 aprile all'inaugurazione alla Fiera internazionale di Tripoli - di cui gli interessati non avevano ricevuto fino a ieri alcuna conferma, rischiando di non poter partecipare all'importante evento - non è più tale. I visti, si è appreso al ministero degli Esteri, stanno arrivando. Per il sottosegretario al commercio internazionale Mauro Agostini, che guiderà la delegazione italiana, ed i suoi collaboratori, sono stati rilasciati dalla rappresentanza diplomatica libica a Roma. Il resto della delegazione - decine di imprenditori, tecnici, standisti in rappresentanza di oltre 40 aziende, in gran parte provenienti da diverse città italiane la cui partecipazione alla fiera è stata curata dall'Istituto per il commercio estero (Ice) - li ritirerà direttamente a Tripoli: una soluzione che è stata "scelta per evitare a decine di persone il disagio di un viaggio in più dai loro luoghi di residenza a Roma solamente per sbrigare tale pratica burocratica", hanno spiegato fonti libiche. Il viaggio a Roma sarebbe stato necessario in quanto i consolati della Libia fuori dalla Capitale, a Palermo e a Roma, sono da qualche tempo chiusi "per lavori" di ristrutturazione. Secondo quanto risulta al VELINO, dei tre consolati dovrebbe rimanere aperto in futuro soltanto quello di Roma: a meno di ripensamenti, di quelli di Milano e Palermo è stata infatti annunciata la chiusura nell'ambito di una "razionalizzazione" della rete diplomatica e consolare della Jamahiriyah non soltanto in Italia ma anche in altri paesi europei.

Secondo fonti sia libiche sia italiane è "fuori luogo", a proposito della attuale non operatività dei consolati, parlare di "interruzione dei rapporti diplomatici" o di "boicottaggio di Gheddafi agli imprenditori italiani". Anche perché, fanno notare, i rapporti economico-commerciali tra i due paesi "oltre che buoni sono anche importanti, come dimostra il fatto che nel Mediterraneo l'Italia è il primo importatore di prodotti libici e La Libia è il primo importatore di prodotti italiani". Quanto al dialogo in corso tra i due paesi da anni per giungere ad un "accordo quadro onnicomprensivo", si starebbe svolgendo senza particolari tensioni, anche se con gli alti e bassi che caratterizzano i rapporti con la Libia, e senza particolari tensioni: "business as usual", insomma. Quelli soliti i temi di disaccordo. La Libia chiede all'Italia la costruzione di una autostrada litoranea dai confini con la Tunisia a quelli con l'Egitto, "grande gesto" (del costo di almeno 3-4 miliardi di euro) necessario secondo Tripoli per spazzare via definitivamente "i danni del colonialismo italiano". L'Italia chiede a Tripoli il pagamento dei crediti (oltre 500 milioni di euro la richiesta; meno della metà la contr'offerta) che un centinaio di aziende italiane vanta da circa trent'anni nei confronti della Libia.

 

 

 

 

 

Galleria Immagini
Decennale AIRIL

Contatti

Sede Legale

Via Sistina, 121 - 00187 - Roma
(c/o DayOffice)

tel: 06-47818521 - fax: 06-47818444
email: presidenza@airil.it