Disagi ai turisti per i passaporti tradotti in arabo

Del 14 novembre 2007 da L' Arena di Verona

Tripoli insiste: i viaggiatori stranieri che vogliono entrare in Libia devono essere muniti di una traduzione in lingua araba del proprio passaporto. «La Libia non rinuncerà a questa esigenza e non terrà in conto le reazioni internazionali sull’argomento», ha puntualizzato una fonte ufficiale libica, dopo che lunedì la nave da crocera Msc «Musica» non ha potuto far entrare i propri passeggeri (circa 2700 persone) a Tripoli in nome di una norma in vigore dal 2005, ma spesso lasciata nel cassetto dalle autorità locali. La scelta della Libia non ha colto di sorpresa l’Unione europea: a Bruxelles si sottolinea che la regola già esisteva e che ogni Stato membro è sovrano nel decidere le modalità di ingresso nel proprio Paese. A livello europeo, il paese più colpito è l’Italia: sono oltre 10 mila i turisti che ogni anno vanno in vacanza in Libia. Si sono svolte una serie di riunioni delle ambasciate dei Paesi Ue in Libia per tentare di risolvere la questione. A darne notizia è Alberto Corti, direttore dell’Associazione dei tour operator italiani: «Speriamo che si riesca a far ritirare il provvedimento alle autorità libiche». L’imbarazzante situazione si registra a pochissimi giorni dal viaggio - giudicato positivo - del ministro D’Alema in Libia per risolvere i contenziosi coloniali.

 

 

 

 

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