Blair a Tripoli per rompere il fronte antioccidentale

Del 26 marzo 2004 da Italia News Press

Londra – Il premier britannico, Tony Blair , è oggi a Tripoli per incontrare Gheddafi sotto la tradizionale tenda del colonnello libico. " Viste le generali condizioni internazionali – spiega Paolo Filo Della Torre, inviato de La Repubblica – l'Inghilterra ha bisogno di nuovi alleati, specie nell'area mediorientale". La visita è considerata storica proprio perchè conclude vent'anni di rottura diplomatica : "L'intervento militare in Iraq – continua il giornalista – a sicuramente condizionato l'atteggiamento del leader libico e, di conseguenza, i suoi rapporti con le potenze occidentali. Non dimentichiamo che la gran Bretagna appoggiò il bombardamento della Libia da parte degli Usa circa venti anni fa. Oggi diventa importante rinsaldare dei rapporti con un paese importante per tutta l'area". La svolta di Blair, annunciata già nel dicembre scorso, incorre però in molte critiche interne. In particolare, i conservatori vedono nella Libia un paese ancora troppo legato al terrorismo internazionale. Filo Della Torre chiarisce : "E' naturale che esistano voci contrarie all'incontro. L'attentato del 1988 in cui persero la vita 270 persone nel volo precipitato a Lockerbie, pesa ancora nell'immaginario collettivo. Inoltre, i finanziamenti libici all'Ira, nemico giurato dei britannici, sono un argomento forte per non condividere questo incontro" . Ma le condizioni sono " assolutamente diverse – insiste Filo Della Torre – e oggi, la lotta al terrorismo internazionale giustifica questo riavvicinamento ". Le motivazioni economiche che portano Blair a Tripoli hanno, comunque, una loro importanza. Sottolinea Filo Della Torre: " La Libia è un paese in sviluppo e si sta arricchendo molto in questi anni. Fondamentale è la presenza del petrolio: raggiungere dei contratti con le aziende libiche fa gola un po' a tutti. In questo modo, le stesse critiche interne a Blair vengono un po' placate: molti degli alleati dei conservatori sono gli stessi industriali che sperano di concludere accordi vantaggiosi in Libia". I recenti attentati di Madrid , la continua caccia ai capi di Al Qaeda , l'importanza dell'area nordafricana spingono verso la ricerca di possibili paesi alleati nella regione:" Riuscire a rompere il fronte antioccidentale diventa adesso prioritario. Non dimentichiamoci che i paesi del Magreb sono soggetti all'influenza di Al Qaeda e, un contatto amichevole con uno stato importante come la Libia può essere un esempio positivo per le altre nazioni della regione". La visita di Blair segue di poche settimane, l'incontro tra il primo ministro italiano, Silvio Berlusconi ed il colonnello Gheddafi :" L'iniziativa italiana ha certamente spianato la strada allo stesso Tony Blair. Questo per dimostrare che la Libia vuole e deve appoggiare la lotta al terrore: oggi, o stai con l'Occidente o stai con Al Qaeda". Gli Stati Uniti restano comunque " alla finestra – dice il giornalista – in attesa di nuovi sviluppi ". E continua: " Gli incontri con Italia e Gran Bretagna fanno ben sperare, ma gli Usa mantengono ancora un certo riservo verso la Libia ed, in particolare, verso il suo leader. Il riconoscimento di Gheddafi non è ancora previsto, né è prevista la nascita di un'ambasciata statunitense a Tripoli: restano comunque dei piccoli passi verso una distensione graduale anche con gli Usa. Entrambi i paesi ne beneficerebbero".

 

 

 

 

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