Berlusconi e gli accordi libici

Del 26 agosto 2004 da L' Opinione

Il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, ha all’ultimo minuto preso il volo per la Libia, per prendere parte all’incontro tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e Muammar Gheddafi. Una manovra, quella del vertice del Viminale, perché al centro dei colloqui tra Gheddafi e Berlusconi si prevedeva potessero esserci l’emergenza clandestini: in particolare, l’attuazione dell’accordo (raggiunto il 12 agosto a Tripoli) che prevede il pattugliamento congiunto (navale, terrestre ed aereo) delle coste libiche, nonché la creazione entro ottobre di “Centri di permanenza” nel paese nordafricano.L’opportunità di far partecipare alla cena informale anche il ministro dell’Interno sarebbe emersa nel corso del vertice sull’immigrazione tra il premier e lo stesso Pisanu svoltosi due sere fa a villa La Certosa. E da indiscrezioni s’apprende che Berlusconi non ha mai minimamente pensato di portare sulla tavola di Gheddafi, oltre al tema immigrazione, anche quello dei risarcimenti agli italiani danneggiati dalla Libia: infatti pare che alcuni suoi consiglieri diplomatici gli abbiano sottolineato che “chiedere ora che la Libia risarcisca le imprese italiane significherebbe compromettere l’accordo sull’immigrazione con Gheddafi”.E l’incontro con Gheddafi è raccolto da Pisanu come occasione per rispondere alla sinistra, più che altro a Pecoraro Scanio dei Verdi, che chiede un rabbonimento della Bossi-Fini. “L’Italia anche sul piano internazionale - ha detto Pisanu - rafforzerà la linea di politica per l’immigrazione adottata con la legge Bossi-Fini”.

 

 

 

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