Il Premier con Pisanu: la Bossi-Fini va affinata

Del 24 agosto 2004 da Corriere della Sera

Più che un tagliando potrebbe essere una revisione perché, ora, sono il presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno a dire insieme che la legge Bossi-Fini va «affinata e rafforzata». E, quindi, resa più efficiente anche sul piano dell’immigrazione legale. Ci vuole una correzione di rotta, dunque: anche perché la situazione sulle nostre coste si aggrava di giorno in giorno, tanto da indurre Palazzo Chigi a diramare una nota in cui si invoca l’intervento della Ue e si parla, ormai senza reticenze, di «crescenti ondate migratorie: che investono l’area magrebina e la Libia, per poi proseguire verso l’Italia e l’Europa», capaci di porre «complessi e drammatici problemi ai Paesi di origine, di transito e di destinazione finale». Letto, approvato e sottoscritto da Silvio Berlusconi e Beppe Pisanu che ieri si sono incontrati per 90 minuti tra gli ulivi di Villa Certosa. Nonostante gli imprevisti della giornata, la diffusione del video del povero Enzo Baldoni rapito in Iraq e i 275 immigrati sbarcati in un sol colpo a Lampedusa, il piano di volo che ha portato il ministro Pisanu da Alghero ad Olbia non ha subito variazioni. Ma poi, alle 18, il premier e il responsabile del Viminale si sono trovati a fare il punto prima di tutto sull’ennesima minaccia contro l’Italia e «sulla situazione della sicurezza e dell’ordine pubblico nel nostro Paese». E non è stato uno scambio di opinioni formale perché, in questo contesto di allarmi continui, è confermata la visita lampo informale che stasera porterà il presidente del Consiglio a cenare insieme al leader libico Muammar Gheddafi. Immigrazione clandestina, sicurezza interna, lotta al terrorismo sono tra i temi all’ordine del giorno. Lì, sull’altra sponda del Mediterraneo, si gioca la partita decisiva: ma gli sforzi onerosi che l’Italia e la Libia hanno messo in cantiere contro l’immigrazione clandestina non bastano per contrastare le organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani. Insieme all’impegno bilaterale, che entro settembre dovrebbe concretizzarsi con il pattugliamento congiunto delle coste libiche e con la creazione di campi di accoglienza nel Paese nordafricano, l’Italia insiste su un impegno più incisivo della Ue e dei governi africani. Ma ora la partita più delicata Berlusconi se la gioca in casa, con la Lega che non vuole sentir parlare di cambiamenti alla Bossi-Fini. È dunque tutto politico il senso del vertice di ieri a Villa Certosa: davanti alle insistenze di Pisanu, che pure ha saputo gestire senza grandi intoppi la regolarizzazione di oltre 700mila immigrati, il presidente del Consiglio ha cercato di trovare una via d’uscita da un pericolo vicolo cieco. E da premier che media, ha individuato la soluzione in una frase fatta inserire in coda al comunicato concordato con il Viminale: «L’Italia, anche sul piano internazionale, continuerà a rafforzare ed affinare la sua linea politica per l’immigrazione adottata con la legge Bossi-Fini». La formula, decisamente generica, nasconderebbe comunque una condivisione del premier per il piano prospettato da Pisanu: rimpatri con regole più garantiste, rinnovi biennali dei permessi di soggiorno, affidamento ai comuni della gestione dei documenti e, perché no, revisione del sistema delle quote annuali di ingresso per salvaguardare un flusso di immigrazione legale così invocata da famiglie (leggi: colf e badanti), dagli imprenditori agricoli e dagli industriali. A questo punto Berlusconi si sarebbe convinto. Ma la resa dei conti con la Lega, che per esempio non vuole toccare le quote di ingresso, è rimandata a uno dei prossimi Consigli dei ministri, quando il governo dovrà decidere se adottare l’intero piano proposto da Pisanu. Cambiare la legge significherà anche ammettere gli errori che molti avevano segnalato: vedi le sentenze della Corte Costituzionale, che chiede una correzione di rotta sul fronte delle garanzie giurisdizionali offerte ai clandestini. Infine, il rinnovo del permesso di soggiorno annuale introdotto dalla Bossi-Fini ha messo in ginocchio questure e commissariati. Per questo Pisanu ha ancora chiesto di tornare al permesso di soggiorno biennale e sembra proprio che Berlusconi si sia lasciato convincere.

 

 

 

 

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