Crediti verso la Libia: anche un bergamasco diffida Berlusconi

di Davide Agazzi

Del 8 luglio 2004 da L' Eco di Bergamo

Dodici imprese italiane tra cui la Lineaflex di Castelli Calepio, passano alle vie legali contro il Governo Italiano che si era fatto garante. C'e anche la Lineaflex di Castelli Calepio tra le 12 imprese appartenenti all'Associazione Italiana Rapporti Italo Libici [AIRIL] che hanno inviato una diffidae messa in mora al Presidente del Consiglio e Ministro del Tersoro, Silvio Berlusconi, notificato ieri a palazzo Chigi da un ufficiale giuiziario. L'iniziativa Giudiziaria è stata decisa dall'Airil dopo che l'impegno del governo libico a pagare le aziende è stato disatteso e dopo che non ha avuto seguito un iniziativa della Camera che impegnava il governo a indenizzare le imprese creditrici.L'ammontare complessivo dei crediti degli imprenditori italiani ammonta quasi a 642 milioni di Euro , oltre 100 dei qualisi riferiscono alle attività delle 12 società che aderiscono all'associazione. Tra queste, appunto, anche la bergamasca Lineaflex spa. La spiacevole avventura econoimica in Libia di Ottavio Corridori, titolare dell'azienda di Castelli Calepio che produce e commercializza attrezzi sportivi per l'uso domestico, è iniziata nei primi anni 80. Muovevamo i prima passi nell'esportazione - racconta corridori- quando nel 1981 dopo alcune vendite in Libia ci ritrovammo, una commissione inevasa di 60 mila dollari. Non ci fù modo di recuperarli. Fummo più cauti con quel mercato. Nel 1985, nell'ambito di una fiera con vendita diretta al pubblico, ci sembrava giusto ritentare la carta d quel mercato. Ma il materiale invenduto in fiera fu poi trattenuto in un magazzino in Libia. Per riportarlo in Italia avremmo dovuto pagare dazio altissimi. Non potemmo più ritirarlo ma si trattava di un capitale di 400 mila dollari. Da allora l'imprenditore bergamasco ha cercato e trovato fortuna in altri mercati. <<Anche se si trattò di un bel colpo da incassare - continua Corridori - negli anni abbiamo cercato di recuperare quei soldi senza farcela.Poi due anni fa conm l'accordo bilaterale sottoscritto dai due paesi pensavamo di essere a una svolta >>. Dopo oltre 30 anni quelle commissione finite mali lasciano ancora il segno. <<Sono fortunato - osserva l'imprenditore - perchè molte aziende proprio per le commissioni con la Libia persero ingenti somme ed alcune furono costrewtte a dichiarare fallimento. 460 mila dollari allora erano una bella cifra >> Erano gli anni in cui il biglietto verde raggiungeva i massimi livell. <<Oggi, con la svalutazione e gli interessi, - conclude Corridori - il mio credito in Libia so aggira tra i 950 mila e il milione di euro. A distanza di 20 anni diciamo che sono ancora una bella cifra >>

 

 

 

 

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