Pisanu vola da Gheddafi, accordo sui clandestini

di Guido Ruotolo

Del 4 luglio 2003 da La Stampa

E' stata un successo la missione a Tripoli del ministro dell'Interno, Beppe Pisanu, che ha incontrato anche il leader libico, Muhammar Gheddafi. Un successo non soltanto per l'intesa sul contrasto "alle organizzazioni criminali che sfruttano i migranti clandestini" siglata, e operativa da subito, dal direttore generale della pubblica sicurezza, il prefetto Gianni De Gennaro, e dal sottosegretario agli Affari della Sicurezza, Omran Hameda Essudani. Più in generale, infatti, si è registrata una comune identità di vedute" sulle cause, le radici, le possibili soluzioni per contrastare questo fenomeno, che per i libici assume una dimensione di "catastrofe". L'accordo siglato ieri a Tripoli, come hanno voluto sottolineare i libici, è avvenuto all'interno di una cornice politica e diplomatica che vede intanto l'Italia "impegnata a chiarire", in sede Ue, "l'atteggiamento della Libia nei confronti dell'immigrazione clandestina". Il contrasto ai trafficanti di clandestini rappresenta così un ulteriore passo di un cammino che dovrà portare al superamento dell'embargo europeo nei confronti della Libia, e per il quale l'Italia si è già impegnata. Non è un caso che, mentre Pisanu si trovava a Tripoli, da Bruxelles la Commissione Ue chiedeva il mandato al Consiglio per avviare dei negoziati con le autorità libiche per raggiungere l'accordo di partenariato nel settore della pesca. Lo stesso leader libico, Muhammar Gheddafi, incontrando il ministro Pisanu nella sua residenza di Tripoli, ha voluto sottolineare "l'apprezzamento" libico per "la politica internazionale" portata avanti dal premier Berlusconi e "per la politica in materia di sicurezza" dello stesso ministro Pisanu. La delegazione italiana era atterrata a Tripoli poco prima di mezzogiorno. Presente anche l'ambasciatore libico a Roma, Pisanu ha subito incontrato il suo omologo, Al Misurati. Mentre i due ministri avevano un colloquio riservato, è arrivato l'invito di Gheddafì di vedere subito Pisanu, anticipandolo così di alcune ore e ricevendolo subito. "L'incontro - sottolineano al Viminale - è stato particolarmente lungo e cordiale". Dopo il pranzo, le due delegazioni si sono trasferite al ministero degli Esteri, dove sono state ricevute dal ministro Shalgham e dove poi si è siglato l'accordo. Nei vari colloqui avuti a Tripoli il ministro ha potuto registrare una "identità di vedute" con i suoi interlocutori sia sulle cause che sulle terapie per contrastare l'immigrazione clandestina e certamente oggi, in occasione dell'incontro a Roma con la Commissione Ue, Pisanu avrà occasione di parlarne con il portoghese Antonio Vitorino, commissario Ue alla Giustizia e agli Affari Interni, che si occupa anche dei problemi dell'immigrazione. La sintonia tra Italia e Libia è stata confermata dal comunicato congiunto. Intanto, si è registrata sull'analisi delle conseguenze dell'immigrazione clandestina sul piano "della sicurezza pubblica e della vita degli stessi migranti" e sulla necessità di affrontarla "nel quadro regionale e internazionale, sviluppando la cooperazione tra i Paesi di emigrazione, di transito e di immigrazione". E' una esplicita indicazione di rafforzare quella collaborazione, del resto già in atto per quanto riguarda la lotta al terrorismo, tra i vari apparati di sicurezza e di intelligence. Nel comunicato, diffuso dal Viminale, si indicano anche ipotesi comuni di lavoro proiettate nel tempo. In particolare, sul versante dei progetti di sviluppo dei Paesi d'origine degli immigrati: "E' opportuno promuovere intese per lo sviluppo dell'economia locale e la stabilizzazione delle popolazioni interessate". Ma anche su quello della prevenzione e della repressione del traffico di clandestini: "Le due parti hanno ribadito la loro ferma determinazione ad una lotta congiunta contro le organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani e che sfruttano spietatamente i migranti clandestini". E ancora: "Le due parti hanno convenuto di adoperarsi per contribuire a definire le possibili modalità per la prevenzione del fenomeno dell'immigrazione clandestina nei Paesi di origine dei flussi migratori". Naturalmente, a Tripoli sono state gettate le basi per una proficua collaborazione tra i due Paesi nel "contrasto" ai trafficanti di clandestini. Ed è una base che, da ieri, poggerà su pilastri più solidi. Accantonate le "proposte", metaforiche, di "sparare cannonate contro le navi di clandestini" o di sbarchi (improbabili) di militari sul suolo libico e di pattugliamento delle coste di navi italiane - i libici hanno detto esplicitamente che in questo modo sarebbe stata messa in discussione "la sovranità nazionale" -, l'intesa raggiunta ieri si presenta come, "cooperazione tra forze di polizia". Nel merito resta ancora in vigore un "embargo" di informazioni, così come hanno chiesto le autorità di Tripoli. Di certo, in questa prima fase, l'impegno operativo italiano si concentrerà soprattutto sul versante delle indagini e dell'intelligence per individuare le organizzazioni (miste) dei trafficanti (libici, tunisini ed egiziani). E, forse, sulla cooperazione per monitorare i confini interni, quelli del Sahara.

 

 

 

 

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