Immigrazione, intesa tra Italia e Libia

da Roma Antonio Signorini

Del 29 giugno 2003 da Il Giornale

La collaborazione tra Italia e Libia per porre un argine all'immigrazione clandestina ci sarà. E presto le nostre forze dell'ordine e quelle di Tripoli lavoreranno insieme per bloccare le carrette del mare che approdano in Italia nei mesi estivi. Il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu oggi incontrerà il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per gli ultimi ritocchi e mercoledì volerà in Libia per concludere quello che in gergo tecnico si chiama accordo di sicurezza e collaborazione di polizia per la sorveglianza congiunta delle frontiere. A riferire la novità è stato lo stesso responsabile del Viminale nel corso di un vertice Italia-Francia a Porto Rotondo che è servito anche a fare il punto sulla lotta al terrorismo dopo l'arresto degli italiani a Parigi. Il ministro ha preferito non sbilanciarsi e ha corretto chi ha dato l'accordo come già firmato. "Mercoledì - ha detto a margine dell'incontro bilaterale - sarò a Tripoli per parlare di un possibile progetto di collaborazione con lo Stato africano". Tra Italia e Libia "c'è una collaborazione già in che migliorerà. Sicuramente qualche passo in avanti ci sarà", ha spiegato il ministro evitando di dare altri particolari per non compromettere l'esito delle trattative, visto che nei giorni scorsi al governo libico ha negato l'esistenza del patto. In realtà l'intesa è stata raggiunta dopo trattative segrete condotte - secondo fonti del Viminale "ad altissimo livello". Pisanu ha precisato che l'accordo rispetterà "in maniera rigorosa" la sovranità del Paese nordafricano. E che si terrà anche dentro i limiti posti dall'embargo al quale è tuttora sottoposto il regime di Tripoli. "È l'inizio di un percorso", ha precisato il ministro ricordando che gli accordi con la Tunisia hanno dato dei risultati. Da quando Tunisi collabora con l'Italia le partenze dal Paese africano più vicino all'Italia sono calate del 90 per cento. D'accordo l'omologo francese di Pisanu, Nicolas Sarkozy, convinto che per sconfiggere il fenomeno sia necessaria la collaborazione del maggior numero di Stati: "Quando i clandestini sono già a Roma o a Parigi è troppo tardi per intervenire". Che la questione debba essere affrontata a livello europeo ormai è un fatto assodato. Ieri il presidente della Commissione europea Romano Prodi ha avuto un colloquio telefonico con il colonnello Gheddafi proprio sul tema del traffico di esseri umani. Secondo Prodi una "Soluzione stabile" al problema dell'immigrazione clandestina può essere trovata "solo con accordi da definire in ambito europeo". II presidente dell'esecutivo Ue ha espresso al capo di Stato libico "forte preoccupazione per le dimensioni che sta assumendo il racket dell'emigrazione clandestina nell'area nord-africana", sottolineando che una soluzione stabile al problema dipende anche da accordi e cooperazione la cui costruzione "può apparire più lenta ma la cui efficacia, una volta implementati è indiscutibilmente più forte". Il riferimento alla cooperazione avrebbe convinto Gheddafi che si è dichiarato "del tutto d'accordo" con Prodi e ha garantito "pieno sostegno alla ricerca di valide soluzioni in grado di bloccare il traffico di esseri umani". La Libia, come ha ricordato lo stesso colonnello, è "vittima, a sua volta, del fenomeno dell'immigrazione clandestina" e "sta già svolgendo la sua parte con i mezzi che ha a disposizione". La cooperazione della Libia con l'Europa d'ora m avanti avverrà soprattutto con dei contatti tecnici" che Prodi e Gheddafi hanno deciso di intensificare. Giorni fa la stessa Commissione aveva confermato che è allo studio la possibilità di inviare una missione tecnica a Tripoli e la telefonata di venerdì conferma quest'ipotesi. Un altro pezzo importante della lotta ai clandestini a livello europeo dovrebbe venire da una direttiva che l'Ue sta elaborando in modo da dare all'intera comunità un'unica politica di asilo. Una volta approvato il provvedimento europeo - ha annunciato Pisanu - l'Italia si darà Una legge nazionale che ancora non ha, E che finora non era stata approvata proprio per non correre il rischio di "far cose che potevano risultare non compatibili con la normativa Ue". "Stiamo procedendo - ha detto ancora Pisanu - con un certo ordine mentale. Lavoriamo per una normativa europea comune e su quella base faremo una legge nazionale adeguata". Ci sarà un restringimento dei diritti dei rifugiati in Italia a come conseguenza dei decreti attuativi della legge Bossi-Fini ? "Sul diritto d'asilo si fanno un mucchio di errori - ha affermato - perché non si tiene conto che c'è un'indicazione comune dell'Unione Europea".

 

 

 

 

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