E Prodi telefona a Gheddafi: "Serve una soluzione europea".
Il leader libico: bloccare il traffico di esseri umani.

di Marco Marozzi

Del 29 giugno 2003 da La Repubblica

BRUXELLES - "Una soluzione stabile al problema" dell'immigrazione clandestina può essere trovata "solo con accordi da definire in ambito europeo". Romano Prodi parla con Mohammar Gheddafi e insieme manda un messaggio a Silvio Berlusconi dopo la sua gaffe sull'invio di militari italiani a presidiare le coste libiche. A un paio di giorni dall'inizio della presidenza italiana della Ue, il richiamo all'"ambito europeo" è un vera tirata di orecchie al presidente del Consiglio. Non a caso sono stati gli stessi uffici del presidente della Commissione a rendere nota la "lunga telefonata" avvenuta fra Prodi e Gheddafi venerdì sera. Prodi ha espresso al colonnello libico "forte preoccupazione per le dimensioni che sta assumendo il racket dell'emigrazione clandestina nell'area nordafricana". La soluzione stabile - riferiscono gli uffici della Commissione a Bruxelles - dipende anche da "accordi e cooperazione" in ambito europeo. "La cui costruzione può apparire più lenta ma la cui efficacia, una volta Implementata, è indiscutibilmente più forte" manda a dire Prodi al superattivismo di Roma. Gheddafi, dicono sempre le fonti di Bruxelles, si è dichiarato "del tutto d'accordo" e ha garantito "pieno sostegno alla ricerca di valide soluzioni in grado di bloccare il traffico di esseri umani". La Libia, ha aggiunto, è "vittima, a sua volta, del fenomeno dell'immigrazione clandestina". "Stiamo già facendo la nostra parte con i mezzi che abbiamo a disposizione. - ha detto Gheddafi - Ora intendiamo intensificarli". Lui e Prodi si sono anche trovati d'accordo sulla necessità di dare ulteriore impulso ai contatti tecnici già avvenuti nell'area. I due leader hanno quindi discusso della situazione economico-sociale del continente africano, ed in particolare dell'Africa subsahariana, dove "si assiste ad una drammatica crescita di povertà ed emarginazione con una consequenziale e critica diminuzione del rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo". Gheddafi - sempre secondo le fonti comunitarie - ha infine assicurato "il suo convinto sostegno all'ipotesi di elaborazione di un progetto congiunto euro-africano finalizzato a promuovere lo sviluppo e la buona governance del continente". Un progetto da ricercare anche "attraverso un più rapido consolidamento di stabili ed efficaci strutture africane di cooperazione regionale". Fuori dal linguaggio diplomatico, il rapporto fra Gheddafi e Prodi dura da tempo. Con telefonate periodiche, amichevoli. Il presidente della Commissione già al suo insediamento sostenne la necessità di creare un rapporto con la Libia, si parlò di un viaggio di Gheddafi a Bruxelles, ma tutto fu sepolto da violente polemiche. La politica di cooperazione, mentre il colonnello prendeva le distanze dal terrorismo, è continuata, come per la pesca, "Mi hanno attaccato ma c'è la coda per vedere Gheddafi e fare affari con lui" ha commentato Prodi.

 

 

 

 

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