Gheddafi si converte al mercato

Del 15 giugno 2003 da La Stampa

Con uno dei suoi colpi di scena abituali, il leader libico Muammar Gheddafi ha annunciato ieri che è finito in Libia il tempo per il settore pubblico "che è fallito ed ha provocato perdite" per miliardi di dollari per l'economia libica, proponendo al suo posto una nuova forma di economia privata collettiva.

Il colonnello Gheddafi ha proposto il nuovo modello parlando davanti al Congresso generale del Popolo - che ha anche deciso un rimpasto di governo, con la sostituzione del primo ministro - riunito a Sirte. Il leader libico ha proposto che il settore del petrolio, quello delle banche ed ogni altro riguardante servizi pubblici (aeroporti, strade) divenga proprietà di privati cittadini libici. "Il petrolio, che è la base della ricchezza della Libia - ha detto - deve divenire proprietà di tutti e questo settore deve essere diretto da società che non saranno proprietà dello Stato, ma dei libici, che potranno tuttavia chiamare esperti stranieri, in modo da sviluppare il settore, dalle prospezioni alla produzione, passando per la commercializzazione". Analogo processo si applicherà alle banche, "che diventeranno proprietà di un numero di libici, che sceglieranno i direttori". Gheddafi ha anche rilevato che il settore pubblico "nell'Urss e nei Paesi dell'Est è crollato a causa di fun-zionari incompetenti e che non curavano gli interessi nazionali".

L'agenzia libica "Jana" ha scritto che Gheddafi, sempre nel suo intervento al Congresso generale del Popolo, ha sottolineato che i guadagni del petrolio depositati in conti bancali non rimangono congelati, ma vengono investiti all'estero. "Ciò da benefici all'economia libica, così come vengono compiuti gli investimenti in Italia". I ricavi del settore petrolifero libico, accantonati in conti banca-ri, hanno consentito ai libici di possedere il 5 per cento delle azioni del Banca di Roma "che in passato ha: colonizzato i libici", ed il 7 per cento della società della squadra di calcio della Juventus. "Ciò significa che la Libia possiede parte di questa società".

 

 

 

 

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