E Tripoli promette di pagare i debiti all’Italia.
Il sottosegretario Urso: “Situazione sbloccata grazie alla prima visita di Berlusconi”

Del 13 aprile 2003 da Libero

TRIPOLI - [gen. san.] Erano oltre cento le imprese italiane portate a Tripoli alla Fiera internazionale dal vice ministro al Commercio con l’Estero, Adolfo Ur­so, dal 2 al 12 aprile. Segno tangibile dell'incremento d'affari fra Italia e Li­bia.

Del resto, i due dirimpettai sono costretti ad andare d'accordo. I rap­porti fra Italia e Libia da sempre sono come una medaglia con due risvolti antitetici. Da una parte le accuse per il passato coloniale che la dirigenza libica non ha mai smesso di rinfac­ciare, dall'altra la voglia di fare affa­ri. L'Italia è storicamente il primo partner, commerciale della Libia, con il 29,1% dei prodotti sopravanza la Germania, la Spagna e la Francia. Da quello che Gaetano Salvemini definì lo "scatolone di sabbia" im­portiamo gas e petrolio, mentre esportiamo di tutto: camion, elet­trodomestici, opere pubbliche, mo­bili, abbigliamento. Il saldo è a noi sfavorevole per 3 milioni 587 mila euro (dato del 2002). La Libia è anche un grande investitore in Italia dove opera attraverso la Lafìco, fondata nel 1981 e  che agisce attraverso la Libyan Arab Bank. Famose le sue partecipazioni nella Juventus, nella Triestina e nella Fiat.

«Questo quadro», come ha spiega­to Urso, «presenta ulteriori margini di miglioramento, capaci di riequilibrare il disavanzo italiano. L'embargo è finito e le imprese italiane possono tornare ad operare». Urso ha anche chiarito che «l'Italia potrà anche di­ventare il garante delle richieste di Tripoli che punta ad entrare nel Wto e ad essere partner dell'Unione Euro­pea». La recente missione del giovane  vice-ministro ha anche garantito un altro successo: il pagamento dei crediti vantati dalle imprese italiane.

Una precondizione per impostare nuove relazioni. «Abbiamo concordato un meccanismo specifico per cui, dopo la prossima approvazione del bilancio, daremo il via al più presto al pagamento dei crediti» ha garantito il primo ministro libico, Shamekh, al termine dell'incontro con Urso. «Si sta chiudendo in modo positivo, uno dei capitoli più importan­ti del contenzioso fra Italia e Libia», ha risposto il vice ministro italiano, «sbloccato anche grazie alla visita di ottobre del presidente Berlusconi, che ha inaugurato la nuova fase dei rapporti tra i nostri due paesi».

 

 

 

 

 

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