E Tremaglia si dimentica degli ex profughi della Libia

di Dimitri Buffa

Del 5 settembre 2003 da L' Opinione

Festa degli italiani nel mondo, ieri sera a piazza Venezia con l’omonimo ministro Mirco Tremaglia ma gli ex profughi dalla Libia non sono stati invitati. Distrazione? Dimenticanza? Indifferenza? Politically correct con Gheddafi? Vallo a sapere, fatto sta che ieri la presidentessa dell’associazione dei rifugiati italiani dalla Libia, Giovanna Ortu, ha preso carta e penna e ha dettato alle agenzie un comunicato di fuoco assai polemico a Tremaglia paventando il fatto che: “in questo caso, rendere visibili gli italiani espulsi da Gheddafi probabilmente disturbava certi rapporti e certe manovre di governo... la nostra cacciata da Tripoli scotta e pesa ancora... meglio le rose rosse a Sofia Loren”.
La questione dei rapporti con Tripoli purtroppo e il malinteso senso di real politik che molti ambienti della Farnesina coltivano nella situazione (vedi vicenda delle aziende creditrici da oltre 30 anni per oltre 1500 miliardi di vecchie lire da enti pubblici libici, circostanza che i lettori conoscono benissimo dopo i dettagliati resoconti del presidente dell’associazione che le riunisce, l’Airil di Leone Massa) in questione hanno creato negli anni tanti spiacevoli ricordi. Adesso ci mancava solo questa gaffe.
 
Nella lettera aperta a Tremaglia, molto polemica, Giovanna Ortu dice di “prendere atto che, con tutta evidenza, a parere del ministro Mirco Tremaglia, gli ex italiani di Libia non sono degni di essere inclusi e rappresentati tra gli “italiani nel mondo” alla grande manifestazione da lui promossa per questa sera in piazza Venezia”. Poi le accuse di puntare solo all’immagine e di avere una sostanza politica prossima allo zero: “a questo “grande evento” mediatico, del quale il ministro sarà il protagonista, tra baciamani e prevedibili lacrime di commozione, non è stato invitato né il nostro presidente Giovanna Ortu né alcun altro rappresentante della nostra Associazione”.

Poi l’attacco diretto a Tremaglia con accuse di presenzialismo: “attorno ai valori dell’italianità il nostro ineffabile ministro continua a costruire come un rullo compressore la propria immagine, destinata ai più alti riconoscimenti della Repubblica... il nome dell’Italia può rendere molto ai politici capaci di proclamarlo sotto i riflettori giusti. E Tremaglia ci sa fare”.
Infine il ricordo delle promesse non mantenute: “l’anno scorso, al congresso dell’Airl, ha voluto creare un comitato per la difesa degli interessi degli italiani di Libia, di cui si è autonominato co-presidente insieme con Giovanna Ortu. Quest’anno ha ripetuto alto e solenne il suo impegno, del quale non abbiamo mai scoperto traccia concreta. Nei giorni scorsi, lo abbiamo visto ad Asmara, a preparare il ritorno della presenza italiana in Eritrea. Un conto sono le parole e le immagini tv e un conto i fatti”.
Resta ora da vedere come reagirà il diretto interessato. In passato la polemica e iperattiva Giovanna Ortu aveva anche segnalato senza successo l’abbandono in cui è stato lasciato dai libici il cimitero italiano, con tanto di cani che giocano con le tibie dei morti nostri connazionali. Poi c’era stata la questione della festa della vendetta anti-italiana che si celebra in ottobre, anniversario della cacciata degli oltre 20 mila italiani ex residenti nell’ex, veramente ex “bel suol d’amore”.

In tutti e due i casi non c’era mai stata risposta, forse per non turbare gli affari che Eni e Enel fanno con Gheddafi e per i quali il governo in carica ha stanziato un fondo Sace di oltre 1 miliardo di euro, benché solo tre anni fa avessimo dovuto abbuonare cifre dello stesso tenore per mancati pagamenti da parte libica nelle forniture. In un momento in cui tutta Europa chiede a Gheddafi di regolare i conti del passato se vuole davvero essere riammesso dalla comunità internazionale solo noi in Italia continuiamo a calarci le braghe.

 

 

 

 

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