La Libia paga per i morti di Lockerbie
Risarcimento da 2,7 miliardi di dollari. Gheddafi aspetta la fine delle sanzioni. Ma Parigi minaccia il veto

dal nostro inviato Luigi Offeddu

Del 15 agosto 2003 da Corriere della Sera

WASHINGTON - nuovo scontro sullo scenario internazionale tra Francia e Stati Uniti, e questa volta riguarda uno dei drammi più tormentati degli ultimi decenni: il caso Lockerbie. Ieri sembrava finalmente risolto, almeno nei suoi aspetti legali e politici, e invece tutto sembra già tornare in alto mare. Era stata raggiunta un'intesa a Londra, dopo lunghe trattative: una lettera avrebbe dovuto partire - o dovrebbe partire, se gli ultimissimi ostacoli saranno superati - lunedì da Tripoli, per New York; mittente il governo della "Grande Jamahiriyah", la repubblica di Libia; destinatario, il Consiglio di Sicurezza. Contenuto generale: la Libia riconosce la sua responsabilità oggettiva (non la colpa; i terroristi erano sì cittadini libici, ma Gheddafi continua a negare la tesi del complotto governativo) nell'attentato compiuto il 21 dicembre 1988 contro un jumbo della Pan American, nei cieli sul villaggio scozzese di Lockerbie; e Tripoli è disposta a pagare quanto prima l'indennizzo già stabilito di 2,7 miliardi di dollari per le famiglie delle 270 vittime (259 passeggeri e componenti dell'equipaggio, e 11 persone uccise nelle loro case o per strada dai rottami). In base all'accordo, a ogni famiglia sono destinati 10 milioni di dollari. E il pagamento dovrebbe preludere all'annullamento delle sanzioni stabilite nel 1992 contro la Libia. Nonché sulla sua cancellazione dalla lista dei Paesi che sostengono il terrorismo. Ma ecco l'imprevisto, di cui si è avuta notizia ieri sera: la Francia chiede anch'essa nuovi risarcimenti per un attentato compiuto dai libici contro un suo aereo di linea, nel 1989. Non solo: Parigi chiede agli Usa di rinviare la seduta dell'Onu che dovrebbe appunto cancellare le sanzioni. In parole brutali: o i libici risarciscono anche la Francia, o le sanzioni restano, perché la Francia userà il suo veto (Parigi è membro permanente del Consiglio di Sicurezza, può bloccare qualunque risoluzione). Gli Stati Uniti, irritati dall'iniziativa francese, intervengono a loro volta con una telefonata dal segretario di Stato Colin Powell al ministro degli Esteri Dominique De Villepin. Secondo fonti ufficiose, Powell avrebbe chiesto a De Villepin di non interferire in tutta la questione. "E' solo rabbia - dichiara una fonte anonima americana - rabbia perché nel caso Lockerbie sono state ottenute migliori condizioni. Ma è colpa nostra se il governo francese non ha saputo tutelare i suoi cittadini ?". A notte le nuove trattative erano in corso. La versione francese è stata fornita da una portavoce del ministero degli Esteri: "La Francia ritiene che il risarcimento pagato in questo caso debba essere equiparabile a quello che riceveranno le famiglie delle vittime di Lockerbie. Risarcire chi ha più sofferto in questi due attacchi abominevoli è fondamentale per chiudere il dossier Libia all'Onu". Mohammed Al-Zouai, ambasciatore libico a Londra, si è sfogato invece con l'agenzia France Presse: "Abbiamo raggiunto un accordo sul caso Lockerbie, e secondo le scadenze fissate noi dovremmo pagare venerdì (oggi, ndr) in modo che lunedì o martedì prossimo le sanzioni siano tolte. Ma il ministro degli Esteri francese, Dominique De Villepin, ha telefonato alla sua controparte libica, Abdel Raham Shalgam, e ha minacciato di congelare tutto. Il problema è che noi abbiamo già pagato 35 milioni di dollari alle vittime dell'aereo Uta. La Francia non può avanzare altre richieste, il caso è chiuso". Quel caso cominciò e finì in pochi, drammatici istanti nei cieli del Niger, quando una bomba esplose a bordo di un aereo Dc-10 diretto in Europa. A bordo erano in 170 fra passeggeri e membri dell'equipaggio, non si salvò nessuno. E le indagini puntarono subito verso Tripoli. Sei libici, fra cui un cugino di Gheddafi, furono condannati in contumacia da un tribunale francese. Ora, nonostante l'improvviso impasse, Al-Zaoui aggiunge che sono in corso nuovi contatti con Parigi e Washington, e che la Libia "non respinge a priori una soluzione amichevole". Nei fatti, le sanzioni erano già state sospese quando Gheddafi aveva consegnato alla giustizia britannica i suoi due agenti segreti accusati dell'attentato (uno Adbdel Basset Ali al-Megrahi, è stato condannato nel 2001 da un tribunale scozzese riunitosi in Olanda). Ma ora, lo stop anche formale consentirebbe al Paese arabo di recuperare completamente la sua immagine sul piano internazionale, almeno per quando riguarda la lotta al terrorismo. Parlano anche le famiglie delle vittime di Lockerbie. Per alcune, il risarcimento può davvero chiudere la vicenda. Per altre, è solo "denaro sporco". La tragedia Lockerbie non finisce mai.

 

 

 

 

Galleria Immagini
Decennale AIRIL

Contatti

Sede Legale

Via Sistina, 121 - 00187 - Roma
(c/o DayOffice)

tel: 06-47818521 - fax: 06-47818444
email: presidenza@airil.it