Berlusconi da Gheddafi per la Fiat

Del 29 ottobre 2002 da Roma

TRIPOLI - I colloqui sono stati divisi in due parti, ma tutti improntati alla massima cordialità. Silvio Berlusconi e Muhammar Gheddafi si sono parlati nella celebre tenda del colonnello e, alla fine, si sono intesi. Al punto che Berlsconi ha detto chiaramente che "è un imperativo categorico" che i due Paesi "mettano una pietra sopra le incomprensioni del passato e guardino al futuro". Un futuro che è soprattutto economico. Già , perché il raìs libico, si sa, oltre ad avere partecipazioni nella Juventus, ne ha anche nella Fiat (un 2% tramite una finanziaria), e appare davvero improbabile che Berlusconi ed il capo libico non abbiano parlato della grave crisi che attanaglia l'industria torinese. "Della Fiat non abbiamo parlato" ha infatti detto il premier dopo i colloqui…"Noi dipendiamo dalla Libia per il 25% del fabbisogno energetico. Inoltre, adesso, abbiamo in cantiere un gasdotto che comincerà a funzionare dal 2004 e dovrebbe portarci a casa addirittura il 30% delle nostre riserve di gas" ha osservato Berlusconi al termine della prima parte dei colloqui con le autorità del governo locale a Tripoli. Più tardi, incontrando il leader libico, Berlusconi no si è fatto scappare l'occasione di una battuta: "Il colonnello è alla guida di uno Stato da 33 anni: lui è un vero superprofessionista, io invece sono ancora un dilettante…". Dunque appare chiaro che la visita in Libia del presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi è servita anche a dare nuovo slancio alle già buone relazioni economiche bilaterali. Relazioni che vedono il loro punto di forza nelle attività del gruppo Eni nel settore degli idrocarburi, ma si sono consolidate anche attraverso le partecipazioni libiche in Fiat e nella Juventus e grazie alla presenza nel Paese nordafricano di molte piccole e medie imprese italiane. L'Italia è il primo partner commerciale della Libia: il 42% dell'export libico è diretto in Italia (segue la Germania con il 19%). Quanto alle importazioni libiche, il 25,4% proviene dall'Italia (9,8% dalla Germania). Nel 2001, secondo i dati della Camera di commercio italo-araba, le esportazioni italiane verso la Libia sono state pari a 1.293 milioni di euro (con una variazione positiva del 25,8% rispetto all'anno precedente) mentre le esportazioni libiche verso il nostro Paese, quasi totalmente costituite da greggio e prodotti petroliferi raffinati, si sono attestate a 5.466 milioni di euro (con una flessione del 14,4%).

 

 

 

 

Galleria Immagini
Decennale AIRIL

Contatti

Sede Legale

Via Sistina, 121 - 00187 - Roma
(c/o DayOffice)

tel: 06-47818521 - fax: 06-47818444
email: presidenza@airil.it